I CLONI AMPELOS V.C.P. (Vivai Cooperativi Padergnone)
Nel 1999 nasce il consorzio Ampelos, del quale noi di Padergnone Vivai Viticoli Cooperativi siamo soci fondatori. Lo scopo principale del consorzio era quello di portare avanti la selezione clonale delle principali varietà di vite sia autoctone, che internazionali, che fino ad allora era in carico per la maggior parte all’ente pubblico.
In questi anni abbiamo selezionato e siamo co-costitutori di 10 cloni di varietà autoctone italiane ed internazionali.
La prima esigenza è stata quella di poter selezionare cloni di varietà di aree viticole dove Padergnone Vivai lavorava e per le quali non esistevano ancora dei cloni, oppure i cloni erano datati e per questo si è voluto cercare delle selezioni con caratteristiche qualitative sempre superiori, o che si adattassero alle nuove esigenze dei nostri clienti.
Nascono così i nostri primi cloni di FALANGHINA, FIANO, AGLIANICO, NERO D’AVOLA e PRIMITIVO; quest’ultimo subito molto apprezzato e molto richiesto nella zona del Primitivo di Manduria.
Essere co-costitutore di un clone significa essere titolare delle piante iniziali (conservate nelle screen house dei vari istituti Italiani) dalle quali attingere anno per anno il materiale per produrre le barbatelle di base. Infatti è da queste che verranno raccolte poi le gemme per le barbatelle future. Questo si traduce in campi di piante madri marze sempre recenti e meno soggetti alle malattie e virosi.
Per questo motivo è continuato l’iter di selezione clonale per le varietà di cui Padergnone aveva difficoltà a reperire materiale idoneo nelle quantità necessarie, arrivando così ad avere, oltre che ad un ampio bacino di raccolta di marze, anche dei cloni nuovi e con caratteristiche idonee alle nuove esigenze dei vinificatori.
Si è proseguito dunque con le selezioni di: CHARDONNAY, BARBERA, PINOT GRIGIO, TRAMINER, REBO.
Ogni viticoltore richiede i cloni che possono essere idonei al proprio progetto; ma non è detto che un clone che va bene ad un viticoltore, vada bene anche all’altro. Il fatto che accomuna tutti i viticoltori è che l’iter di selezione clonale, oltre che definire le caratteristiche del grappolo, richiede un protocollo sanitario rigidissimo. Pertanto una barbatella derivante da selezione clonale ha degli standard sanitari superiori.